CARA FERRARI, NON ME NE VOLERE, MA LA STORIA DEL GIORNALISTA CATTIVO HA STANCATO

Il capro espiatorio è chiunque o qualunque cosa assunta a responsabile di colpe delle quali è probabilmente innocente. Il capro espiatorio è invocato ogni qualvolta le cose si mettono male, quando è necessario evocare un reo sul quale scaricare le responsabilità dei propri fallimenti. Il giochino, in Ferrari, è vecchio.

Quando le cose procedono per il verso giusto è tutto un idillio, un giubilo, una festa. Nel momento in cui, di converso, le crepe si iniziano ad aprire diventando spesso voragini che inghiottono tutto, compresi senno e decenza, arrivano le teorie oblique in base alle quali è necessario disegnare e designare il solito fattore esterno a determinare il clima tossico. 

Ferrari, la scusa è pronta: tutta colpa della stampa!

Se lo scaricabarile fosse una disciplina olimpica, gli uffici di Via Abetone sarebbero pieni zeppi di medaglie d’oro. Qualcuno eccepirà, ma la storia parla chiaro e niente mi convince del contrario. A proposito di ciclicità polibiane, anche Vasseur si è lestamente adeguato allo sport di casa. Lo ha fatto ieri sera ai microfoni di Sky Sport.

Ho piena fiducia in questo gruppo e sono rimasto un po’ turbato nel leggere sulla stampa che potevamo assumere 20 persone. Questo manda un messaggio molto negativo alle persone che lavorano nell’azienda. Perché si può immaginare che uno che ha una posizione nel team legge sui giornali che domani potrebbe essere sostituito: non è una grande motivazione. Sicuramente non è l’obiettivo del team”. 

Che esista una fetta di giornalisti che cavalca bufale o ne crea ad arte è un fatto noto e che va combattuto. Noi di Formulacritica, nel nostro piccolissimo, cerchiamo di farlo con un’informazione sana e mai piegata al comodo sensazionalismo acchiappa-click che purtroppo esiste e viene foraggiato da un pubblico che non sempre riesce a discernere il vero dal costruito a tavolino. Ma da qui a considerare che i mali che attanagliano la Rossa possano dipendere da chi racconta i fatti ce ne passa. 

Parliamo dell’immagine del team e le persone che abbiamo in pista e in fabbrica stanno spingendo tantissimo. Leggere che potrebbero essere sostituiti non è corretto e danneggia lo spirito di squadra”, ha rincarato Fred che di assumersi le responsabilità del momento no della Ferrari non ne vuol sapere. D’altro canto è lui il capitano di vascello e da buon condottiero un po’ di autocritica per come sono state gestite certe operazioni dovrebbe farla. Si vedano i casi David Sanchez o Enrico Cardile

Non sento troppa pressione. Un discorso diverso è la pressione che viene dall’esterno, dai media. Onestamente io non leggo i giornali, non ho Instagram, non ho Twitter e non guardo la tv. Sono piuttosto isolato, mentre le persone del team sono più esposte e a leggere queste cose non arriva un messaggio di serenità”.

Non legge, non vede, è isolato. Ma sa tutto. Fred Vasseur è come “The Eye In The Sky” degli Alan Parsons Project: l’occhio che dall’alto tutto vede e ti penetra l’anima. Magari pure giudicandoti. Che il dirigente di Draveil voglia compattare il gruppo e preservarlo da critiche feroci – ma a questo punto lecite – è comprensibile.

Il buon capo deve essere anche un padre di famiglia benevolo, ma fino a un certo punto. Perché poi i pargoli si adagiano e ci marciano scaricando le colpe sul capro espiatorio dal quale siamo partiti. A un certo punto bisognerà pur ammettere di aver perso la bussola sul fronte tecnico e nella gestione di certi passaggi aziendali.

Possiamo dire tutto su certa stampa e sulla mancanza di deontologia professionale di taluni soggetti che la compongono (ribadisco, certe mele marce esistono e vanno estirpate con tutto l’albero che le produce senza soluzione di continuità), ma non mi risulta che il fallimentare pacchetto di update proposto a Barcellona l’abbia definito un iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Né mi pare che un blogger si sia sostituito a chi deve definire le strategie operative di un’azienda dalla storia quasi novantennale.  

Quindi, Fred, si comprende il senso del ragionamento e la necessità di proteggere i tuoi, ma questa caccia al reo con la penna in mano e col microfono davanti la bocca fa oggettivamente ridere. Con stima e rispetto, ma certe cose andavano dette. 

Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

L'articolo Cara Ferrari, non me ne volere, ma la storia del giornalista cattivo ha stancato proviene da F1 - Formulacritica.

2024-07-27T10:07:53Z dg43tfdfdgfd