COME SONO FATTE LE GOMME PER AUTO ELETTRICHE CHE VANNO A 300 KM/H

Molto simili a quelli delle vetture per strada, gli pneumatici delle monoposto da competizione nascondono il loro segreto in una doppia miscela

Quando si parla di motorsport, le gomme sono tra gli elementi più importanti ai fini delle performance. Ma c’è una categoria dell’automobilismo sportivo dove le gomme vengono concepite in maniera un po’ “diversa” rispetto allo standard delle competizioni.

Parliamo della Formula E, che utilizza pneumatici strettamente imparentati con quelli utilizzati sulle auto elettriche stradali. Dimenticatevi le coperture slick tipiche della Formula 1. Qui, nonostante si tratti sempre di monoposto, il rimando alla strada è molto più forte.

Simili, ma non uguali

Prima di entrare nello specifico e raccontarvi come sono fatte queste gomme, occorre fare una piccola premessa per capire meglio di cosa si parla. Nel campionato di Formula E è attualmente presente un solo fornitore di pneumatici, ovvero Hankook, che sviluppa e mette a punto le coperture utilizzate da tutti i team in gara.

Le gomme di Formula E sono costituite da due mescole

Detto questo, basta una velocissima occhiata alle gomme Ion Race di Hankook per rendersi conto della stretta parentela con le Ion pensate per le vetture elettriche stradali. E se pensate che si tratti di una semplice scelta di marketing, vi sbagliate. Il realtà, le profonde somiglianze tra la gomma racing e quella stradale sono legate al regolamento della serie, che impone l’utilizzo di una sola gomma per tutte le gare del campionato e in qualsiasi condizione climatica. In soldoni, con la stessa gomma si corre su asciutto e bagnato, in tracciati caldi come in Brasile e freddi come a Londra.

Due mescole in una

Quindi, le gomme della Formula E devono comportarsi come quelle per le elettriche stradali, lavorando in condizioni estremamente mutevoli. Ma come è possibile questo? Adottando due mescole diverse nello stesso pneumatico. La parte interna della gomma, quella più vicina al centro della vettura, ha una mescola più dura e un maggior numero di scanalature per lavorare in condizioni di bagnato. La parte esterna, invece, ha una mescola più morbida e meno scanalature, per essere più efficace in condizioni di asciutto.

Nello sviluppo delle gomme di Formula E, grande attenzione è posta al degrado

Non avendo gomme specifiche per l’asciutto o il bagnato, i team devono trovare il giusto i compromesso lavorando sulle geometrie delle sospensioni, per permettere alla gomma di lavorare di più nella parte interna o in quella esterna in funzione delle condizioni meteorologiche. Ma se mescola e disegno del battistrada sono simili a quelli delle coperture stradali, ciò che le differenzia è la carcassa.

Le gomme di Formula E sono più soggette a stress, per via dei continui salti sui cordoli o dei possibili contatti tra vetture e oltre a questo devono reggere a velocità superiori ai 320 km/h. Per questo motivo la struttura interna di ogni gomma viene appositamente rinforzata per reggere anche alle sollecitazioni più dure.

Dalla pista alla strada

Tutto questo si fonde con una particolare attenzione all’usura. Per ogni weekend di gara, i team hanno a disposizione due soli set di pneumatici (tre per gli appuntamenti doppi). Questo significa che in Hankook hanno lavorato a fondo per garantire un basso livello di degrado in gara, mantenendo prestazioni elevate. Proprio per questo, le gomme vengono montate su appositi cerchioni dotati di un sensore in grado di trasmettere in tempo reale diversi parametri di funzionamento della gomma. Su tutti, proprio il suo livello di degrado.

Vi è una stretta parentela tra le gomme di Hankook per la Formula E e quelle per le elettriche stradali

A tutto questo poi, si somma una particolare attenzione al tema della sostenibilità. Quasi il 30% delle Ion Race, infatti, è realizzato con materiali riciclati e, al termine di ogni gara, Hankook recupera tutte le gomme utilizzate in gara per controllarle, studiarle e infine riciclarle. Un’esperienza travasata completamente sulle coperture stradali, per rendere gli pneumatici di "tutti i giorni" sempre più performanti ed efficienti.

A proposito di gomme

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