DA TURBO A FRENO: IL PARADOSSO DEI NUOVI INCENTIVI PER AUTO ELETTRICHE

Pensato per spingere il mercato, il nuovo e più ricco ecobonus tarda ad arrivare, con gravi effetti sulle vendite: ecco numeri e soluzioni

Ancora “qualche settimana”. Poi, promette il ministro Adolfo Urso, il piano sui nuovi incentivi auto 2024 sarà “pienamente operativo”, rimpiazzando quello in vigore che l’industria delle quattro ruote accusa di essere poco generoso.

Manca solo la “validazione della Corte dei Conti”, come ricorda lo stesso titolare del Mimit (ministero delle Imprese e del Made in Italy). Incassato il via libera dai giudici contabili, il testo porterà il contributo massimo per comprare un’auto elettrica da 5.000 a 13.750 euro. Intanto, però, il mercato soffre terribilmente.

Il crollo, in numeri

I dati sulle vendite ad aprile parlano di cali che si avvicinano al 20% rispetto a un anno fa e al 60% nel confronto con marzo scorso (precisamente 19,6% e 59,77%, secondo Unrae).

                   
Vendite Quota di mercato
Aprile 2024 3.208 2,3%
Aprile 2023 3.992 3,1%
Differenza -784 (-19,6%) -0,8%
Marzo 2024 5.367 3,3%
Differenza -2.159 (-59,8%) -1%
Gennaio-aprile 2024 16.609 2,8%
Gennaio-aprile 2023 20.443 3,7%
Differenza -3.834 (-18,8%) -0,9%

Diverse le ragioni del crollo: dagli annosi problemi che affliggono la mobilità sostenibile (come prezzi d’acquisto ancora troppo alti, autonomia scarsa e diffusione a macchia di leopardo delle colonnine) agli aumenti dei costi di ricarica.

“I tassi di interesse ancora elevati e l’incertezza economica delle famiglie in generale non aiutano a raggiungere un livello di immatricolazioni che consenta di traguardare gli obiettivi ambientali europei”, aggiunge Roberto Vavassori, presidente di Anfia.

Effetto annuncio

Ma dopo c’è anche l’effetto annuncio del nuovo e più ricco ecobonus, che frena gli automobilisti dall’andare nelle concessionarie per salire a bordo delle vetture dei desideri, in attesa di mettere le mani su sconti ben più consistenti.

Un paradosso, visto che i nuovi incentivi sono stati pensati proprio per accelerare la corsa dei veicoli full electric, ma anche un “fenomeno singolare a livello europeo, con un boom delle colonnine di ricarica che ci pone ai vertici in questo campo, a fronte di un mercato delle auto elettriche che stenta a decollare”, come osserva Fabio Pressi, presidente di Motus-E. “Per garantire il successo della transizione, veicoli e infrastrutture devono muoversi di pari passo”.

“L’elettrificazione della mobilità – conclude – è un megatrend globale e come tale pone l’Italia davanti a un bivio: essere protagonista di quest’innovazione tecnologica per garantire la competitività dell’industria nazionale e rilanciare l’occupazione nel settore, o rimanere indietro e farsi da parte, con tutte le conseguenze del caso”.

Auto elettrica in carica a una colonnina

La ricetta completa

I ritardi dell’ecobonus non sono però gli unici colpevoli delle immatricolazioni in picchiata. “Riteniamo doveroso che il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/km venga eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/km”, consiglia Michele Crisci, presidente di Unrae.

“Un ulteriore fattore abilitante per favorire la transizione energetica – aggiunge l’associazione – è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni”.

Una cura quindi c’è. Ora tocca al Governo somministrarla ed evitare che l’auto elettrica italiana continui a viaggiare in retromarcia.

Il mercato delle auto elettriche nel resto del mondo

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