TOYOTA – LE IBRIDE SPINGONO I RISULTATI ANNUALI AI MASSIMI STORICI

nto Grazie al contributo dei modelli ibridi, la Toyota ha chiuso l’esercizio fiscale al 31 marzo 2024 aggiornando i suoi massimi storici in termini di vendite, ricavi e profitti. Le vendite del marchio omonimo e della Lexus sono cresciute del 7,3% a 10,3 milioni di unità (i volumi totali sono saliti del 5% a 11,1 milioni), risultando in miglioramento in tutte le aree geografiche con l’unica eccezione del Giappone, dove l’azienda è stata penalizzata dallo scandalo dei test di sicurezza e omologazione della controllata Daihatsu. 

Il conto economico. Come detto, le performance commerciali hanno ricevuto una spinta dalla gamma dei modelli elettrificati: le vendite sono cresciute del 35,3% a 3,85 milioni di unità e il loro peso sui volumi totali è salito al 37,4% dei volumi totali. Per la maggior parte si tratta di ibride non ricaricabili (Hev), cresciute del 32,1% a 3,6 milioni grazie al continuo successo della Corolla o della Rav4. In crescita, ma su numeri molto più contenuti, anche le Phev (+60,3% a 141 mila) e le Bev (+208% a 117 mila). I ricavi, invece, sono cresciuti del 21,4% a 45,1 trilioni di yen in virtù di un miglior mix di prezzo, soprattutto in Nord America ed Europa, mentre la redditività ha ricevuto un’ulteriore spinta dal favorevole contesto valutario e dalle tradizionali politiche di forte disciplima sui conti che hanno annullato gli effetti negativi delle crescenti spese per materie prime e materiali: l’utile operativo è migliorato di ben il 96,4% a 5,35 trilioni e l’utile netto è più che raddoppiato a 4,94 trilioni, l’equivalente di oltre 29,6 miliardi di euro al cambio attuale.

Le prospettive. Per l’esercizio fiscale al 31 marzo 2025, le prospettive sono meno rosee. Il gruppo, intenzionato a investire 2 trillioni di yen, punta ad aumentare ulteriormente i volumi fino a 10,4 milioni di Toyota e Lexus commercializzate in tutto il mondo e ancor di più il peso delle elettrificate, visto al 46,4% del totale. Tuttavia, per il conto economico si assume l’assenza di molti dei fattori favorevoli dell’anno scorso. Pertanto, i ricavi sono visti sostanzialmente stabili a 46 trilioni, l’utile operativo in calo a 4,3 trilioni e i profitti in contrazione a 3,57 trilioni. 

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