F1 | ALPINE LASCERà LA PU RENAULT: I MOTIVI TRA COSTI E NUOVI PIANI

Così come dodici mesi fa, ancora una volta il weekend di Spa rappresenta un punto di svolta per Alpine. Un anno fa arrivava l’annuncio dell’addio di Otmar Szafnauer alla scuderia francese, con un’avventura durata poco più di una stagione mezza.

La storia si ripete, perché il fine settimana belga anche quest’anno ha dato uno scossone al mondo del team francese, non solo con l’annuncio dell’addio di Bruno Famin al ruolo di Team Principal al termine del mese di agosto, ma anche per la conferma che dal 2026 Alpine realisticamente abbandonerà le PU Renault per diventare cliente di un altro costruttore.

Una notizia importante, già nell’aria da diversi giorni, ma confermata dallo stesso Famin, che ha svelato qualche dettaglio in più sulle motivazioni e sul processo dietro le quinte che hanno portato a prendere questa decisione dal significato profondo. L’eredità Renault nel mondo della Formula 1 come motorista risale agli anni Settanta e, anche se non sempre in maniera ufficiale, ha spesso rappresentato uno dei costruttori più importanti e significativi.

Esteban Ocon, Alpine F1 A524

Foto di: Erik Junius

La sede di Viry sarà destinata ad altri progetti

Una storia che si dovrebbe interrompere a fine 2025 perché, come spiegato da Famin, alla sede di Viry è stato illustrato un piano che prevedere di allontanare la fabbrica dal suo attuale coinvolgimento in F1, nonostante dietro le quinte siano già iniziati da tempo i lavori sulla nuova Power Unit 2026, destinandola ad alti progetti. L’idea di base sarebbe quella di trasformare la fabbrica di Viry per rendere l’intero gruppo Renault a prova di futuro, potenzialmente attraverso nuove tecnologie come l'idrogeno.

Infatti, Viry è già attualmente impegnata in diversi progetti oltre alla F1: ad esempio Nissan ha sfruttato la sede francese come base del progetto (a cui è poi seguito un nuovo workshop), in quella che è stata una transizione da Renault e.dams verso la casa giapponese nell’ambito dell’alleanza tra i due marchi. Famin ha confermato la presentazione al personale di Viry dello studio di valutazione, che a suo avviso si adatterà meglio alla futura espansione di Alpine nel settore delle auto stradali.

"Il progetto che è stato presentato all'inizio della settimana ai rappresentanti del personale di Viry-Chatillon consiste nel riallocare le risorse da una parte all'altra. Tra queste c’è lo sviluppo del propulsore di Formula 1, che viene prodotto a Viry, con l’idea di dedicare queste risorse e competenze allo sviluppo di nuove tecnologie per il marchio”, ha confermato il Team Principal Alpine, che in realtà ricopre anche il ruolo di vicepresidente di Alpine Motorsport. Chiaro che, tuttavia, la scelta non derivi solo dal Team Principal ma, coinvolgendo l’intero gruppo, ha radici molto più profonde.

Dietro le quinte, sembra che sia stato raggiunto un accordo preliminare con Mercedes per la fornitura delle Power Unit dal 2026, ma la trasformazione di Viry deve prima completare alcune tappe chiave per dare il via libera all’operazione: "Una delle conseguenze di questo progetto, se verrà accettato, sarà che il team Alpine F1 acquisterà una Power Unit invece di svilupparne una propria. In questo modo avremo più risorse per sviluppare il marchio e una Power Unit diversa per correre".

Dettaglio Alpine A524

Foto di: Uncredited

La decisione di Renault di porre fine al progetto Power Unit rappresenta un grande cambiamento per un costruttore che ha le sue radici in Formula 1 nei lontani anni Settanta, ma una scelta così radicale trova le sue ragioni sia in fattori competitivi che finanziari. Gestire un programma motori per la massima serie è estremamente dispendioso in termini di risorse, soprattutto se poi si ha un solo cliente, come in questo caso l’Alpine.

I problemi di affidabilità e scarsa competitività negli anni hanno spinto altre squadre ad abbandonare il motore realizzato a Viry, lasciando l’Alpine come unico cliente. Se a questo si aggiunge il fatto che questi problemi di competitività sono anche uno dei motivi che hanno frenato la scuderia transalpina durante le ultime stagioni, con un deficit motoristico che ha spesso spinto ad utilizzare ali più scarichi, è chiaro come gestire un progetto così complesso e costoso possa portare la dirigenza a rivedere alcuni aspetti.

"Sappiamo tutti che dal 2014 non abbiamo il miglior motore di Viry, ma è uno dei motori che è migliorato di più dal 2014", ha detto Famin, cercando di rimarcare il lavoro degli ingegneri a Viry che, però, non sono mai riusciti a produrre un’unità al livello di quella degli altri costruttori, tanto che lo scorso anno si era anche pensando a un intervento della FIA su questa situazione, che però poi non si è concretizzato.

“Ora non siamo ancora al top, ma il miglioramento è stato molto buono e il lavoro che si sta facendo a Viry per preparare il motore del 2026 è incredibile. Abbiamo fissato obiettivi molto alti e sono fiducioso che potremo raggiungerli. I dati che abbiamo ottenuto dal banco di prova sono molto buoni. Tuttavia, è innegabile che i vantaggi per un team di F1 nel gestire il proprio motore sono molto inferiori rispetto al passato”.

Bruno Famin, Team Principal, Alpine F1 Team

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

È anche attorno a quest’ultimo punto che il Team Principal ha concentrato la sua attenzione, perché è sì vero che sviluppando in proprio un motore c’è la possibilità di modificare alcuni aspetti al fine di avere un’integrazione più efficace tra telaio e Power Unit. Tuttavia, in Alpine la collaborazione tra i due reparti è spesso stata altalenante, tanto che uno degli obiettivi di Famin, che proveniva proprio dall’area motori, era quella di riuscire a rafforzare il legame tra le due sedi. Tuttavia, il fatto che ora i costruttori in qualche modo coinvolgano anche i clienti, tanto che, ad esempio, Williams ha già le specifiche base su come ragionare il telaio in ottica della PU 2026, ha spinto la dirigenza a rivalutare i piani.

"C'è un certo potenziale nello sviluppo dell'integrazione. Ma alla fine della storia è abbastanza teorico, perché ora tutti i produttori di PU stanno lavorando a stretto contatto con i team, in una fase già iniziale del progetto, e tutte le integrazioni sono incredibilmente ottimizzate. Se prendiamo un motore Ferrari o Mercedes, sono convinto che tutta l'integrazione, tutto il packaging, sarà già molto, molto buono".

Famin ha spiegato che la decisione di abbandonare potenzialmente il progetto Power Unit 2026 è anche legata al fatto che per Alpine, che per il prossimo ciclo motoristico avrebbe dovuto rimarchiare il motore dicendo addio al nome Renault, il denaro può essere investito in altre aree per aiutare il gruppo. È però chiaro che nel momento in cui ci si ritrova a dover fornire un solo team, con un progetto ben più costoso che in passato, si tenda a valutare il rapporto tra costi e benefici dell’operazione.

"Siamo a un bivio molto specifico. Il progetto di sviluppo del marchio Alpine è ora molto concreto, molto chiaro, e conosciamo le risorse necessarie per svilupparlo. Quindi, la domanda che ci poniamo dal punto di vista del marchio Alpine è: ‘come possiamo utilizzare al meglio, per lo sviluppo del marchio, le risorse che abbiamo?’", ha detto Famin quando gli è stato chiesto perché Renault avesse deciso di non essere più un team costruttori all’improvviso. Alpine al momento ha appena lanciato una nuova vettura stradale e da quest’anno ha fatto il proprio ingresso nel WEC.

Una delle sale dove si studiano le PU Renault a Viry

Foto di: Renault

Il progetto è stato presentato, ma ci vuole tempo

Famin ha detto che il progetto del cambio PU ruota attorno alla grande rivoluzione prevista per il 2026. La tempistica per il completamento della fasi valutazione non è chiara e molto dipenderà dalla risposta dei rappresentanti sindacali in Francia, dove vi sono leggi molto precise che devono essere rispettate per andare avanti con il piano. Famin ha spiegato che potrebbe essere una questione di giorni, ma potrebbe trascinarsi molto più a lungo, ritardando l’annuncio. Tuttavia, è ormai chiaro che l’intenzione dichiarata del gruppo sia quella di abbandonare il progetto PU 2026 per destinare altrove le risorse.

"Dobbiamo concludere il processo sociale a Viry. Può durare una settimana o due mesi. E dobbiamo portare a termine questo processo". Sebbene le leggi francesi sul lavoro siano molto severe e sia probabile che ogni cambiamento venga analizzato nei dettagli, Famin ha chiarito che non c'è alcun rischio che il personale attuale perda il posto di lavoro, perché verrà semplicemente ricollocato.

"Stiamo seguendo tutti i passaggi obbligatori e non c'è motivo di non farlo correttamente. Una cosa molto importante è che nel progetto, che è stato presentato, a ogni singolo dipendente verrà offerto un lavoro. Non c'è alcun licenziamento. Stiamo facendo di tutto per rendere il meno doloroso possibile un momento potenzialmente molto difficile. Ma sappiamo che non è mai facile, questo genere di cose".

Vendità più semplice, ma Alpine smentisce

Questo addio al progetto Power Unit 2026 indubbiamente rappresenta una sorpresa, ma molti lo hanno associato anche alle voci che circolano da tempo in merito alla possibilità che Renault decida di abbandonare definitivamente la Formula 1, rivendendo il team di Enstone. Una parte è già stata venduta lo scorso anno con una cordata di finanziatori che hanno acquisito il 24% della scuderia, portando così nuovi investimenti per continuare a rinforzare la sede inglese. Nel corso degli ultimi anni, infatti, il team ha effettuato importanti investimenti, ad esempio comprando un nuovo simulatore che sostituirà quello attualmente in uso, che ormai 20 anni alle spalle.

Pierre Gasly, Alpine A524

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Uno degli ostacoli teorici per qualsiasi investitore potenzialmente interessato a salire a bordo e rilevare l'operazione Alpine era proprio il progetto Power Unit: nel corso dei mesi sono arrivate alcune offerte, ma gli investitori sarebbero più interessati a rivelare solo la parte telaio, oppure iniziare da capo con un progetto in proprio, come si è visto con Audi. Anche per Andretti sarebbe stato lo stesso perché, dopo un primo periodo passato con motori clienti Renault, si sarebbe passati alla PU Cadillac prodotta negli Stati Uniti. Tagliare questo aspetto teoricamente permetterebbe a Renault di vendere il team con maggior semplicità.

Tuttavia, l'amministratore delegato di Renault Luca de Meo ha sempre negato la volontà di cedere la squadra F1, come ha ribadito anche Famin in conferenza stampa, nonostante il cambio di programma per i motori. "Il progetto F1 rimane un progetto chiave per il marchio Alpine", ha aggiunto Famin.

"È grazie alla F1 che vogliamo sviluppare la notorietà del marchio a livello globale, e questo rimane. Ma il progetto [di cambiare l'attività di Viry] è solo una ricollocazione delle risorse per sviluppare meglio il marchio, sempre basandosi sul pilastro del motorsport, e principalmente sulla F1, per sviluppare la notorietà del marchio".

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