AYRTON SENNA, LE CANZONI PIù BELLE DEDICATE ALL’INDIMENTICABILE CAMPIONE DI FORMULA 1

“Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota / e corro veloce per la mia strada / anche se non è più la stessa strada / anche se non è più la stessa cosa” cantava nel 1996 Lucio Dalla nel brano dedicato all’indimenticato pilota automobilistico Ayrton Senna, scomparso il 1° maggio del 1994, e le note di quella canzone riecheggiano oggi nel trentennale di quel terribile incidente in cui il campione di Formula 1 perse la vita.

“E ho capito che Dio mi aveva dato / il potere di far tornare indietro il mondo / rimbalzando nella curva insieme a me / mi ha detto ‘Chiudi gli occhi e riposa’”: strofe che descrivono Senna, entrato nel mito però ben prima della sua tragica morte all’Ospedale Maggiore di Bologna, dopo lo schianto a tutta velocità della sua vettura alla curva del Tamburello al Gran premio di San Marino.

Un nome, il suo, entrato nell’immaginario collettivo e nell’arte, su tutte nell’arte della discografia. Non è stato solo Dalla, infatti, a ricordare in musica il campione, ma svariati altri artisti hanno voluto rendergli omaggio: Cesare Cremonini lo cita in Marmellata #25 (”Ma da quando Senna non corre più / da quando Baggio non gioca più / oh no no, da quando mi hai lasciato pure tu / non è più domenica”), così come la band SHW, per rimanere sempre in Italia, in ADS (“May, strong pain / he went away / without a word)” e quella dei The Rock Alchemist, che ha dedicato lui il pezzo Live or die.

Ma anche i rapper Nesli in Strano italiano (“Vado avanti anche se tutto sembra complicato / con la mia andatura e senza nessun capo / senza far ca**ate perché è tutto calcolato / e raccontato dal tratto di una penna / per la voglia di vincere come Ayrton Senna”), MadMen in Escape from heart (“Finirò al settimo cerchio dentro il secondo girone / morirò al settimo giro come Senna, da campione”) ed Enigma con Raige e Salmo in Turbo (“Giù, piede a tavoletta, piena potenza / sono in ritardo e stringo il cambio dall’impazienza / magari dopo questa curva arrivo più in fretta / magari farò l’angelo, Ayrton Senna”).

E ancora il francese Soprano nella sua Victory o il britannico Chris Rea, che gli ha dedicato Saudade. Tributi a una leggenda. Già, perché Senna ha davvero influenzato il pubblico a tal punto che, ancora in vita, i connazionali sudamericani avevano adottato Tema da vitoria (colonna sonora composta da Eduardo Souto Neto per la trasmissione televisiva sulla Formula 1 di Rede Globo) come inno ufficiale per celebrare i suoi successi professionali.

Un vero e proprio The best, Senna, come il titolo della famosa canzone di Tina Turner, a lui dedicata quando la popstar lo invitò sul palco del suo concerto ad Adelaide nel 1993: “Sono una grande fan e sono molto emozionata – disse allora Turner accogliendolo – sapete chi è? Senna, il vincitore del Gran premio di Australia. The best”.

A ricordarlo, oltre alle parole messe in nota musicale, anche la modella Carol Alt, che con lui ebbe una relazione: “Era semplice e pieno di attenzioni – ha dichiarato Alt – come nessun altro avessi conosciuto prima di allora. Al nostro primo appuntamento ho toccato le stelle. Non avevo ancora ben chiaro chi fosse, ma la chimica era già pazzesca”.

Chi sia stato Senna è invece oggi molto chiaro, e tra documentari, serie televisive, commemorazioni e omaggi, la leggenda del campione è più viva che mai a trent’anni dall’addio.

“Se una persona non ha sogni, non ha più alcuna ragione di vivere” aveva detto lui stesso, “sognare è necessario anche se, nel sogno, la realtà dovrebbe essere intravista. Per me questo è principio di vita”. E di certo, con le sue imprese, Senna è riuscito far sognare il suo pubblico, che continua ancora oggi a ricordarlo e a portare avanti la sua eredità “anche se non è più la stessa strada / anche se non è più la stessa cosa”.

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