ECOBONUS, L’AUTO DA ROTTAMARE DEVE ESSERE INTESTATA DA ALMENO UN ANNO

La lunga attesa per i nuovi eco-incentivi all’acquisto di auto non è terminata. Ma ormai i contenuti della nuova tornata sono definiti, a partire dai vincoli sui veicoli che si possono rottamare.

A oltre cinque mesi dai primi annunci da parte del governo, siamo ancora alla fase della valutazione, da parte della Corte dei conti, del decreto della presidenza del Consiglio (Dpcm). Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, dal canto suo nell’intervista al Sole-24 Ore del 4 maggio ha parlato di poche settimane per la partenza dei nuovi contributi. Dopo il via libera della Corte dei conti, va ricordato, bisognerà comunque aspettare la pubblicazione del Dpcm sulla Gazzetta ufficiale e la predisposizione da parte di Invitalia della piattaforma online sulla quale le concessionarie potranno prenotare gli incentivi.

Intanto la versione finale del Dpcm conferma, come per i vecchi incentivi, i vincoli sulle auto che si possono rottamare. L’articolo 5 del Dpcm specifica che per qualsiasi tipo di incentivo si voglia beneficiare - auto, moto-scooter, veicoli commerciali leggeri e sia nel caso di persone fisiche che di persone giuridiche - il veicolo consegnato per la rottamazione deve essere intestato da almeno 12 mesi al soggetto intestatario del nuovo veicolo o in alternativa a uno dei familiari conviventi alla data di acquisto. Nel caso di leasing, il vincolo vale per il soggetto utilizzatore o uno dei sui familiari conviventi.

In assenza di rottamazione, è previsto un contributo di 6mila euro nella fascia 0-20, 4mila nella 21-60 mentre non c’è bonus nella terza categoria di emissioni. Si sale progressivamente con l’importo se si rottama, in base a quanto vecchio e quindi inquinante è il veicolo. Rottamando un Euro 4 si potrà beneficiare di 9mila euro nella fascia 0-20, 5.500 nella 21-60 e 1.500 nella 61-135. Con un Euro 3 si passa a 10mila euro, 6mila e 2mila euro. Con un Euro 0, 1 o 2 c’è un salto, rispettivamente, a 11mila euro, 8mila e 3mila euro. Per tutti questi incentivi è prevista una soglia di prezzo massimo del modello acquistabile, Iva esclusa, fissata a 35mila euro nelle fasce di emissione 0-20 e 61-135 e a 45mila euro in quella intermedia 21-60. Nel caso delle prime due fasce di emissione scatta la maggiorazione del 25% per singoli componenti di un nucleo familiare con Isee sotto 30mila euro, arrivando quindi fino a 13.500 euro per le auto elettriche. Per i redditi bassi c’è in più la possibilità di accedere anche rottamando un Euro 5 e in questo caso il bonus è di 8mila euro nella fascia 0-20 e di 5mila in quella 21-60.

Incentivi anche per l’acquisto di auto usate, Euro 6 con emissioni fino a 160g/km di CO2 e prezzo fino a 25mila euro: 2mila euro rottamando un veicolo da Euro 0 a Euro 4. Per moto, scooter, tricicli e quadricicli elettrici è previsto un contributo del 30% fino a 3mila euro che sale al 40% (fino a 4mila euro) con rottamazione di un veicolo da Euro 0 a Euro 3. Per i modelli non elettrici, fino a Euro 5, previsto invece uno sconto de 40% fino a 2.500 euro ma solo a condizione che il venditore pratichi una riduzione aggiuntiva di almeno il 5% e che sia rottamato un veicolo da Euro a Euro 3. Per i veicoli commerciali la griglia dei bonus è più articolata, tiene conto di alimentazione, di massa totale a terra e di presenza o meno di veicolo da rottamare. Si va da un minimo di mille euro (sotto 1,5 tonnellate, motore endotermico con rottamazione) a un massimo di 18mila euro (tra 4,25 e 7,2 tonnellate, elettrico o idrogeno con rottamazione). Per tutti gli incentivi, le concessionarie riconosceranno direttamente il contributo e lo recupereranno come credito d’imposta.

Per le persone fisiche un successivo decreto Mimit stabilirà l’entità dei contributi previsti per un contratto di noleggio a lungo termine (almeno 3 anni) di un auto fino a 135 g/km di CO2. Le persone giuridiche sono invece ammesse agli incentivi solo per una parte del pacchetto: auto nelle fasce 0-20 e 21-60; moto, scooter, tricicli e quadricicli. I veicoli commerciali sono riservati a Pmi esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi. Nel caso di persone giuridiche, il veicolo deve essere intestato al beneficiario e la proprietà deve essere mantenuta per 24 mesi. Il vincolo di mantenimento è invece di un anno per le persone fisiche.

Alle persone fisiche che installano impianti nuovi a Gpl o metano su auto almeno Euro 4, infine, il Dpcm destina un bonus rispettivamente di 400 euro e 800 euro. Il contributo sarà corrisposto direttamente dall’installatore, che sarà a sua volta rimborsato dall’impresa costruttrice dell’impianto. Quest’ultima infine recupererà con credito d’imposta.

Il Dpcm mette in campo, complessivamente, 950 milioni. All’acquisto o leasing di auto elettriche (emissioni tra 0 e 20 grammi di CO2 per km) vanno 240 milioni, un quarto del pacchetto totale. Con 402 milioni, oltre il 40%, resta invece prevalente il contributo ai vecchi modelli con motore termico o ibride full (61-135 grammi CO2/km) mentre 140 milioni, il 15% circa, sono destinati alle ibride plug-in (fascia 21-60). Una quota delle risorse di queste categorie, pari a 20 milioni, è riservata ai taxi con contributi raddoppiati. Il resto va alle auto usate (20 milioni), moto, scooter, tricicli e quadricicli (32,5 milioni a quelli elettrici e 5 a quelli a motore termico), veicoli commerciali (53 milioni), noleggio a lungo termine (50 milioni), installazione di impianti a Gpl e metano sulle auto (10 milioni).

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